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L’importanza del Growth Hacker manager

Growth hacker manager, colui che si interessa delle operazioni di growth hacking... che cos'è?

Chiunque possiede un’azienda ha come obiettivo principale la crescita, che dev’essere consistente e solida nel tempo. L’avvento delle tecnologie ha fornito un valido aiuto a questo proposito, portando alla nascita di una grande varietà di professioni che si occupano proprio di crescita.

Tra queste figure, una fondamentale è il growth hacker manager, ovvero colui che si interessa delle operazioni di growth hacking.

Per dare una definizione sommaria di questa disciplina possiamo dire che il growth hacking consiste nell’analisi dei punti forti e dei punti deboli di un’azienda e nella sperimentazione di strategie e canali di marketing per consentire la crescita dell’attività.

Cosa fa un growth hacking manager?

Come già affermato in precedenza, colui che si occupa del growth hacking di un’azienda è il growth hacker. Si tratta di una figura professionale completa, la quale non dispone unicamente di competenze nel settore del marketing, ma anche della programmazione e dell’imprenditorialità.

Tra le sue caratteristiche, questa figura vanta anche un grande spirito di iniziativa e una capacità di problem solving differente da quella sviluppata solitamente in ambito accademico.

Si può dunque dire che il campo di formazione di questo professionista sia la pratica, il lavoro a stretto contatto con le attività e il mercato stesso.

Un po’ quello che fa Mirko Cuneo, growth hacker ed esperto in digital marketing…

Un altro aspetto importante da considerare in relazione a questa figura professionale così richiesta è la focalizzazione sul processo di crescita e non sul risultato.

Egli infatti viene scelto non per condurre in solitaria il proprio lavoro, bensì per essere messo alla guida di un team impegnato in ogni fase del complesso processo di crescita di un’azienda.

Ci sono molti Growth Hacker in Italia?

Le origini di questa figura professionale sono da ricercarsi, come gran parte delle figure impegnate nel marketing aziendale, negli Stati Uniti.

In territorio statunitense i growth hacker sono molto richiesti e, proprio per questo motivo, percepiscono compensi anche molto elevati.

In Italia gli operatori di growth hacking sono ancora una figura in via di sviluppo, pur essendo considerati dei professionisti chiave per la crescita aziendale.

A sostegno di questa tesi, è possibile individuare una serie di dati che forniscono un’idea approssimativa della differenza tra il numero di growth hacker manager negli USA e in Italia.

Negli Stati Uniti infatti il numero di questi professionisti, riscontrabile soprattutto nei profili personali dei social network come LinkedIn, è di circa 2500, a cui si contrappone il totale di circa 300 in Italia.

Qual è la differenza tra il growth hacker e un consulente di digital marketing?

Molte persone quando sentono parlare di strategie di growth marketing tendono a confondere il ruolo del growth hacker manager con quello dei consulenti di digital marketing.

In realtà le due discipline sono differenti e, pur utilizzando gli stessi canali, fanno capo ad obiettivi diversi.

Un consulente di digital marketing tende infatti a concentrare il proprio raggio di azione prevalentemente sulle fasi di brand awareness e di acquisizione del cliente.

Al contrario le strategie di growth hacking seguono tutte le fasi di crescita, che partono anch’esse con le fasi di awareness e acquisition, ma proseguono poi con le fasi di activation (primo utilizzo del prodotto/servizio) retention (ritorno sul prodotto nel tempo), referral (passaparola) e revenue (ricavi).

Un’altra differenza sostanziale tra le due figure è la multidisciplinarietà: se da un lato i consulenti di digital marketing tendono ad affidarsi a professionisti esterni per le operazioni che esulano dalle loro competenze, dall’altro coloro che si occupano di growth hacking svolgono in autonomia tutte le attività correlate.

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